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Notice biographique sur Ilario Margarita

Grâce aux recherches de Tobia, nous remarquons la présence du compagnon de Giuditta dans la liste “Libertà o morte” trouvée aux archives de Rome : Antoine et lui se sont peut-être croisés dans le camp d’ Argelès-sur-mer …

Voici la notice biographique rédigée par Tobia Imperato pour le Dizionario biografico degli anarchici italiani, édité par la BFS de Pisa ; ainsi que son adaptation française mise à disposition sur le site Sans patrie ni frontières. Dictionnaire international des militants anarchistes.

Les Giménologues, octobre 2008


Ilario Margarita et Guiditta Zanella
Tobia Imperato. Coll. Privée

Ilario MARGARITA (a volte Margherita - Barricata, Ilario di Castelred, Red, Evelino Margherita, Evelino Iglesias, Iglesia), nato a Castelrosso (TO) il 4/2/1887, muratore, residente a Chivasso (TO). Schedato dal 1906, anno in cui subisce la prima condanna di 3 mesi e 7 giorni e £ 50 di multa per “minacce, istigazione a delinquere, incitamento all’odio di classe”. Nel 1909 redige il numero unico Senza Patria, che gli causerà un’ulteriore condanna di 4 mesi e 20 giorni di reclusione e £ 70 di multa. Nel 1913 si reca a Ginevra in cerca di lavoro, ma appena messo piede in territorio elvetico viene immediatamente espulso. Nel 1914 è uno dei creatori del Fascio Libertario Torinese, di cui diviene segretario. Nel 1916 partecipa al convegno anarchico clandestino tenutosi a Firenze, lo stesso anno sconta 1 mese e 10 giorni per aver “preso parte ad una dimostrazione contro la guerra”. Nel 1917 è condannato a 3 anni di reclusione per istigazione alla diserzione, quale autore, assieme a Giuseppe Rubino, Tommaso Elia, Enrico Cherubini, Corrado Quaglino (futuro redattore del quotidiano Umanità Nova che sarà arrestato con Malatesta e Borghi) Francesco Allolio, di un volantino antimilitarista firmato “Un gruppo di religiosi” ; è amnistiato nel 1919. Collaboratore de L’Avvenire Anarchico ; valente oratore, prende la parola, a nome degli anarchici o dell’USI, varie volte e in diverse occasioni durante il biennio rosso. Nel 1920 partecipa all’occupazione delle fabbriche ; l’anno seguente è per pochi mesi segretario dell’USI di Brescia, dopodiché è costretto a rientrare a Torino a causa “delle indagini poliziesche, riguardanti la costituzione di un gruppo di Arditi del Popolo, sciolto dal Prefetto” della città lombarda (R. BERNARDI, “Umberto Mincigrucci (1905-1926) – Note sull’anarchismo bresciano”, Rivista Storica dell’Anarchismo, a. IV, n. 1, gennaio-giugno 1997, Pisa, p. 59). Nel 1922 è tra gli organizzatori degli Arditi del Popolo torinesi (cfr. P. SPRIANO, Storia del Partito Comunista Italiano, Vol. I, cit., p. 144n). Lo stesso anno è arrestato per concorso in tentato omicidio di un agente di PS (commesso da Giuseppe De Luisi, il quale “subito dopo il fatto ebbe a riparare e a nascondersi” nella sua abitazione). L’anno seguente, dopo essere stato prosciolto, espatria stabilendosi prima a Parigi e poi a Marsiglia. Nel 1925 è a Cuba, presso la comunità degli anarchici italiani ivi residenti, partecipando alle attività della Camera del Lavoro dell’Avana. Nel 1927 (all’epoca dell’assassinio legale di Sacco e Vanzetti, che conosce personalmente e andrà a visitare in carcere - cfr. “Commemorazione di Vanzetti a Villafalletto”, Era Nuova, a. III, n. 14, 1/9/1946, Torino), è costretto, per sfuggire alle persecuzioni contro gli anarchici del generale Machado, a emigrare clandestinamente negli USA dove, con lo pseudonimo di Ilario di Castelred, assume temporaneamente la direzione de L’Adunata dei Refrattari e, dal 1928 al 1930, del quindicinale di Boston L’Aurora.

Nel 1931 riattraversa l’Atlantico diretto in Spagna, dove frequenta il sindacato barcellonese degli edili (CNT) ; nel 1932 è arrestato ed espulso, dopo aver scontato 3 mesi di carcere. Dopo una breve permanenza a Tolosa rientra clandestinamente a Barcellona, partecipando, nel luglio del 1936, all’insurrezione popolare contro i generali golpisti e arruolandosi prima nella Colonna Ortiz e poi nella Colonna Italiana. Rifugiatosi in Francia nel 1939, è internato (Gurs). L’anno successivo, trasferito in una compagnia di lavoro e liberato dopo l’occupazione nazista, riesce a raggiungere a piedi il Belgio, dove chiede il rimpatrio al consolato di Bruxelles.

Rientrato in Italia viene condannato a 5 anni di confino per attività antifascista all’estero (Tremiti) ; nel 1942 è condannato a 3 mesi di reclusione per contravvenzione agli obblighi. Liberato nel settembre 1943, collabora alla resistenza. Partecipa come delegato della Federazione Comunista Libertaria Piemontese al Congresso Interregionale Comunista Libertario Alta Italia che si svolge a Milano il 23-25 giugno 1945 e al Congresso Nazionale di Carrara del 15-19 settembre costitutivo della FAI. Nel dopoguerra è conferenziere e pubblicista della Federazione Anarchica Piemontese (da cui esce alla fine del 1946 fondando un Gruppo Autonomo d’Iniziativa Anarchica) ed è tra i promotori della ricostituzione dell’USI (cfr. Guerra di Classe – Organo del Comitato di coordinazione della costituenda Unione Sindacale Italiana AIT – Associazione Internazionale dei Lavoratori, Torino, 1950, 2 nn. di cui è redattore). Partecipa, in rappresentanza del Gruppo “M. Bakunin” di Torino, al Convegno Nazionale di Senigallia del 7-9 dicembre 1962. Negli anni 1963/64 edita quattro numeri unici : La Rivendicazione Sociale (3 nn.) e Rivoluzione Libertaria (1 n.), incentrati soprattutto sulla repressione degli anarchici cubani da parte di Fidel Castro (cfr. L. BETTINI, Bibliografia dell’anarchismo, Tomo I, p. 409 e ss.). Nel 1968 partecipa al Congresso Internazionale Anarchico di Carrara. Muore a Torino il 21/10/1974.
“[...] è di carattere violento e soverchiatore, educato grossolanamente, di deficiente intelligenza ed affatto privo di coltura. Lavoratore fiacco e svogliato, vive miseramente [...] la qualità di pericoloso appare subito, sempre che si tenga presente che il Margarita, pur di obbedire ai suoi compagni di fede più furbi e più degenerati di lui, sarebbe capace di commettere qualsiasi stranezza delittuosa”, Cenno biografico della Prefettura di Torino, in data 1/10/1906, Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, busta n. 3053.
Anche dopo la liberazione, ormai sessantenne, continua ad essere strettamente sorvegliato dalla PS. “L’anarchico Margarita Ilario, i cui precedenti sono noti al Ministero dell’Interno, serba tuttora le sue idee estremiste, ma non è ritenuto elemento pericoloso. Vive da solo perché celibe e lavora da muratore senza offrire motivo a rilievi per la sua condotta”, Questura di Torino - Uff. politico al Prefetto, in data 18/2/1948, Archivio di Stato di Torino, Gabinetto di Prefettura, busta n. 196.
Margarita, pur rimanendo anarchico fino alla fine dei suoi giorni, assunse nel dopoguerra posizioni di rigido anticomunismo che, a volte, lo facevano scivolare su posizioni riformiste di difesa della democrazia, interpretata non come male minore ma come baluardo di libertà.
“La posizione dell’anarchico sta sempre dalla parte dove si difende la libertà con lo scopo di ampliarla sempre più ostacolando quelle forze e quei partiti che non vogliono riconoscere il diritto alla critica, all’operato dei dirigenti attuali. Per questo motivo la mia posizione è prima di tutto contro ogni tendenza totalitaria. [...] Quindi, tutto malgrado, anche contro la vecchiaia, continuo a mantenermi diritto sul terreno dell’anarchismo, senza farmi mai prendere dalle infatuazioni marxiste autoritarie e senza cadere davanti ad infatuazioni di altro carattere”, I. MARGARITA, “Infatuazioni marxiste nel movimento anarchico”, Volontà, a. XXVII, n. 3, maggio - giugno 1974, Pistoia, p. 220.

Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Confino Politico, Fascicoli Personali, busta n. 623. P. SPRIANO, Storia di Torino operaia e socialista - Da De Amicis a Gramsci, Ed. Einaudi, Torino, 1958, pp. 366. U. FEDELI, a cura di, Federazione Anarchica Italiana - Congressi e convegni 1944-1962, Ed. Libreria della FAI, Genova, 1963 (reprint Ed. Samizdat, Pescara, 2001), pp. 34, 45, 215. P. SPRIANO, “L’Ordine Nuovo” e i consigli di fabbrica – Con una scelta di testi dall’“Ordine Nuovo” (1919-1920), Ed. Einaudi, Torino, 1971, p. 56n. C. GHINI - A. DAL PONT, Gli antifascisti al confino 1926 -1943, Editori Riuniti, Roma, 1971, p. 434. Gli ANARCHICI di TORINO, “Lutti nostri : Ilario Margarita”, Umanità Nova, a. LIV, n. 35, 21/11/1974, Milano. G. CALANDRONE, La Spagna brucia – Cronache garibaldine, Editori Riuniti, Roma, 1974, p. 407. CENTRO STUDI P. GOBETTI - AICVAS SEZ. PIEMONTESE, Antifascisti piemontesi e valdostani nella Guerra di Spagna, Pref. di A. Poma, Ed. Guanda, Parma, 1975, ad nomen. A. LOPEZ, a cura di, La Colonna Italiana, Ed. AICVAS, Quaderno n. 5, Roma, 1985, ad nomen. I. GUERRINI, Commentario popolare, Brescia, 1977, p. 175. G. BIFOLCHI, “La Colonna Italiana sul fronte di Huesca”, Rivista Abruzzese di Studi Storici dal Fascismo alla Resistenza, a. I, n. 3, novembre 1980, Aquila (ivi è citato erroneamente come Mario Margherite). I. ROSSI, La ripresa del Movimento Anarchico Italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Ed. Erreelle, Pistoia, 1981, ad indicem. A. DAL PONT - S. CAROLINI, a cura di, L’Italia al confino - Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni Provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Ed. La Pietra, Milano, 1983, Vol. I, p. 115. F. MADRID SANTOS, Camillo Berneri un anarchico italiano (1897-1937) - Rivoluzione e controrivoluzione in Europa (1917-1937), Ed. Archivio Fam. Berneri, Pistoia, 1985, p. 230. S. FEDELE, Una breve illusione - Gli anarchici italiani e la rivoluzione sovietica 1917-1939, Ed. Angeli, Milano, 1996, pp. 145-146n. M. ROSSI, Arditi, non gendarmi ! Dall’arditismo di guerra agli Arditi del Popolo 1917-1922, Ed. BFS, Pisa, 1997, pp. 142n. La Spagna nel nostro cuore 1936/39 - 3 anni di storia da non dimenticare, Ed. AICVAS, Roma, 1996, ad nomen. T. IMPERATO, a cura di, “Barricata una vita militante”, Bollettino del CSL (Centro Studi Libertari) Archivio G. Pinelli, n. 11, agosto 1998, Milano. E. FRANCESCANGELI, Arditi del Popolo - Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Ed. Odradek, Roma, 2000, pp. 207, pp. 204, 273. F. GIANNANTONI, F. MINAZZI, a cura di, Il coraggio della memoria e la guerra civile spagnolaStudi, documenti inediti e testimonianze, con la prima analisi storico-quantitativa dei volontari antifascisti italiani, Pref. di G. Pesce, AICVAS – Ed. Arterigere – Amici del Liceo Scientifico di Varese, 2000. L. DI LEMBO, Guerra di classe e lotta umana – L’anarchismo in Italia dal biennio rosso alla guerra di Spagna (1919-1939), Ed. BFS, Pisa, 2001, ad indicem. G. SACCHETTI, Sovversivi agli atti – Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno – Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Pref. di M. Antonioli, Ed. La Fiaccola, Ragusa, 2002, passim. M. ANTONIOLI, “Alla ricerca dello pseudonimo perduto. Per il DBAI”, Rivista Storica dell’Anarchismo, a. IX, n. 1, gennaio-giugno 2002, Pisa. L. BALSAMINI, Gli Arditi del Popolo – Dalla Guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Ed. Galzerano, Casalvelino Scalo (SA), 2002, p. 230. F. GIULIETTI, Il movimento anarchico italiano nella lotta contro il fascismo 1927-1945, Ed. Lacaita, Bari, 2003, pp. 19, 276. A. SONNESSA, “Working Class Defence Organization, Anti-Fascist Resistance and the Arditi del Popolo in Turin, 1919-22”, European History Quarterly, 2003, London. D. SANLORENZO, Immagini da un secolo – Album fotografico per la memoria e storia del movimento democratico, popolare, antifascista e progressista di Torino 1900-1945, Ed. Neos, Rivoli (TO), 2003, p. 194. M. ANTONIOLI, G. BERTI, S. FEDELE, P. IUSO, direzione di, Dizionario biografico degli anarchici italiani, Vol. II, I - Z, Ed. BFS (Biblioteca Franco Serantini), Pisa, 2004, ad nomen. G. SACCHETTI, Senza frontiere – Pensiero e azione dell’anarchico Umberto Marzocchi (1900-1986), Pref. di C. Venza, Ed. Zero in condotta, Milano, 2005, ad indicem. R. GREMMO, “La Cronaca Sovversiva di Galleani, la banda armata di Raffaele Schiavina e la bomba del giovane anarchico Musso”, Storia Ribelle, n. 18, autunno 2005, Biella. ID., “La militarizzazione degli operai torinesi dagli Arditi del Popolo alle Squadre comuniste”, ivi. L. FABBRI, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), a cura di R. Giulianelli, Ed. BFS, Pisa, 2005, ad indicem. AA VV, L’Unione Anarchica Italiana – Tra rivoluzione europea e reazione fascista, Ed. Zero in condotta, Milano, 2006, ad indicem. R. GREMMO, “L’incontro-scontro con Daniel Cohn-Bendit al Congresso Internazionale Anarchico di Carrara del 1968”, Storia Ribelle, n. 20, autunno 2006, Biella. ID., “Nel 1922 diecimila anarchici in tutta Italia potevano fermare la marcia su Roma”, ivi. E. SERVENTI LONGHI, “L’attentato di Michele Schirru a Benito Mussolini”, MC Mondo Contemporaneo, n. 2, 2007, Ed. Angeli, Milano. Su la Colonna Ortiz cfr. J. M. MARQUEZ RODRIGUEZ, J. J. GALLARDO ROMERO, Ortiz, general sin dios ni amo, Ed. Hacer, Barcelona, 1999. Su L’Avvenire Anarchico cfr. U. FEDELI, “Giornali, Riviste, Numeri Unici Anarchici, stampati in italiano dal 1914 al periodo clandestino”, Movimento Operaio, a. II, n. 7/8, aprile/maggio 1950, Milano. ENTE per la STORIA del MOVIMENTO OPERAIO ITALIANO, Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano, Torino-Roma, 1956, Vol. I, Tomo I, p. 90. L. BETTINI, Bibliografia dell’anarchismo, Tomo I, p. 233. Su L’Adunata dei Refrattari cfr. G. LICHERI, “L’Adunata dei Refrattari nel ventennio fra le due guerre (1922-1939)”, Tesi di Laurea inedita, discussa presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Firenze, Anno accademico 1967/68 (Rel. G. Cerrito), di cui alcuni capitoli pubblicati in Volontà, a. XXIV, n. 5, settembre-ottobre 1971, n. 6, novembre-dicembre 1971 e a. XXV, n. 3, maggio-giugno 1972, Pistoia. L. BETTINI, Bibliografia dell’anarchismo, Tomo II, Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), p. 212. A. MOLINARI, “I giornali delle comunità anarchiche italo-americane”, Movimento Operaio e Socialista, a. IV, 1981 (nuova serie), n. 1-2, Genova. Su L’Aurora cfr. U. FEDELI, “Giornali, Riviste, Numeri Unici Anarchici, stampati in italiano dal 1914 al periodo clandestino”, Movimento Operaio, a. II, n. 11/12, agosto/settembre 1950. L. BETTINI, Bibliografia dell’anarchismo, Tomo II, p. 223. A. MOLINARI, “I giornali delle comunità anarchiche italo-americane”, Movimento Operaio e Socialista, a. IV, 1981 (nuova serie), n. 1-2, Genova.


Adaptation française de cette notice :

MARGARITA, Ilario « UNICO » ; « IGLESIAS » ; « ILARIO DI CASTELRED »
Né à Castelrosso le 4 février 1887 – mort le 21 octobre 1974
Maçon - USI - Turin (Piémont) - Brescia (Lombardie) – La Havane (Cuba) – Boston (Massachusetts)– Barcelone (Catalogne)
Notice rédigée par R.D. en juin 2008.
Ilario Margarita, surnommé Unico parquequ’il avait toujours sur lui un exemplaire de l’ouvrage de Stirner, avait été condamné pour la première fois en 1906 à trois mois et 7 jours de prison pour « menaces, incitation à la délinquance et à la lutte de classes ». En 1909 il fut le rédacteur du numéro unique de Senza Patria qui lui valut une nouvelle condamnation à 4 mois et 20 jours de prison et à une amende. A la recherche d’emploi il partait en 1913 pour Genève dont il était immédiatement expulsé. L’année suivante il fut l’un des fondateurs du Faisceau libertaire de Turin dont il fut nommé secrétaire.
Pendant la guerre, il participait au congrès anarchiste clandestin tenu à Florence en 1916 et écopait d’une nouvelle condamnation à un mois et 10 jours de prison pour avoir participé à une manifestation contre la guerre. En 1917, après avoir édité un tract antimilitariste signé « un groupe de religieux », il était poursuivi avec Tommaso Elia, Enrico Cherubini, Francesco Allolio, Giuseppe Rubino et Corrado Quaglino et était condamné à 3 ans de réclusion pour « incitation à la désertion ». il collaborait sous divers pseudonymes - dont Barricata, Evelino Margharita, Red, Evelino Iglesias, Ilario di Castelred, etc – à plusieurs titres de la presse libertaire dont L’Avvenire Anarchico (Pise, mai 1910-23 juin 1922). Bon orateur et conférencier, il prenait souvent la parole au nom des groupes anarchistes ou de l’Union Syndicale Italienne (USI). En 1920 il participa activement au mouvement d’occupation des usines et l’année suivante fut pendant quelques mois le secrétaire de l’USI de Brescia . Puis il fut l’un des organisateurs à Turin en 1922 du groupe antifasciste des Arditi del popolo.
Arrêté pour une tentative d’homicide d’un agent de la sécurité, il s’exilait d’abord en France, à Paris puis à Marseille avant de partir pour Cuba où il était en 1925 et participait aux activités des exilés anarchistes italiens et à à celles de la Chambre du travail de la Havane. En 1927, pour échapper à la répression déclenchée contre les anarchistes par le général Machado, il émigrait clandestinement aux Etats-Unis où pendant quelques mois, sous le pseudonyme de Ilario di Castelred il allait être le gérant de L’Adunata dei Refrattari puis le gérant du quinzomadaire Aurora (Boston, 15 février 1928 à mai 1930).
Après la proclamation de la République en 1931, il gagnait avec sa compagne Giuditta Zanella (1885-1962) l’Espagne d’où l’année suivante, il était expulsé après avoir été détenu 3 mois. Après un bref séjour à Toulouse (Haute-Garonne), il regagnait clandestinement Barcelone. Sous le nom de Iglesias, il fut le bibliothécaire du local de la CNT de Gracia. En juillet 1936 il participait aux combats contre le soulèvement franquiste, puis s’enrolait comme milicien dans la Colonne Ortiz puis dans la section italienne de la Colonne Ascaso.
Exilé en France lors de la retirada, il fut interné au camp d’Argelès et à Gurs. Enrôlé en 1940 dans une compagnie de travailleurs étrangers, il était libéré après la percée allemande et parvenait à gagner à pieds la Belgique où il demandait son rapatriement en Italie. Dès son arrivée il était condamné à 5 ans d’isolement et était interné à Tremiti. Libéré en septembre 1943, il participait immédiatement à la résistance.

Il fut délégué au congrés inter-régional de la Fédération anarchiste communiste libertaire de Haute Italie (FACLAI) tenu à Milan les 23-25 juin 1945. Puis il participait à la réorganisation du mouvement libertaire et fit l’un des promoteurs de la reconstruction de l’USI dont en 1950 il était membre du Comité de coordination à Turin et rédacteur de son organe Guerra di Classe (Turin). Il tenait alors une sorte de kiosque à livres transportable sur le Corso Vinzaglio, et chaque dimanche polémiquait sur la place de la gare avec les communistes. Il fut l’éditeur des trois numéros uniques du journal La Rivendicazione Sociale (Turin, mars & juin 1963, mars 1964) et du numéro unqiue de Rivoluzione Libertaria (Turin, octobre 1963) consacré à la défense des libertaires cubains emprisonnés par le régime castriste. Farouchement anticommuniste, Ilario Margarita, tout en restant un anarchiste traditionnel, défendait la démocratie qu’il considérait comme « un espace de liberté ».
Ilario Margarita est décédé à Turin le 21 octobre 1974.


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